domenica 20 dicembre 2020

Un duca da scegliere (titolo originale: Her favorite duke)

SEGNALAZIONE Autore: Jess Michaels Traduttore: Isabella Nanni Editore: The Passionate Pen LLC Genere: Romance storico Prezzo ebook: € 3,99 – disponibile in Kindle Unlimited Prezzo cartaceo: € 13,99 Data pubblicazione: 5 gennaio 2021 Serie: Il Club del 1797 Link di acquisto Amazon: https://www.amazon.it/dp/B08PVYZPH7/
Trama/Sinossi Inghilterra, 1810. Simon Greene, Duca di Crestwood, da anni è ossessionato da Margaret Rylon. C'è solo una cosa che li divide: il suo fidanzato, che è anche il suo migliore amico. Simon cerca disperatamente di non distruggere tutto cedendo ai suoi desideri, ma quando Meg e Simon rimangono intrappolati da soli di notte durante un temporale, lo scandalo che ne risulta non solo porta alla rottura del fidanzamento di Meg, ma costringe Simon a chiederne la mano al posto del suo amico. Margaret è dispiaciuta di aver ferito la sua famiglia e il suo fidanzato, ma tutto quello che ha sempre voluto è Simon. E diventa ancora più determinata ad avere una vita felice insieme a lui quando si arrendono a passioni rimaste a lungo sopite. Ma anche se Simon le dà il suo corpo, non le concede il suo cuore. È schiacciato dal senso di colpa per aver tradito il suo amico e ha paura di ciò che il legame con Meg può svelare. Ma se Simon non impara in fretta a combattere per lei, potrebbero perdere entrambi la possibilità di essere felici. Lunghezza: Romanzo in versione integrale (70.000 parole) Grado di sensualità: altissimo Questo è il secondo libro della serie Il Club del 1797.
Biografia autore Jess Michaels è un’autrice bestseller di USA Today. Sebbene abbia iniziato come autrice tradizionale pubblicata da Avon/HarperCollins, Pocket, Hachette e Samhain Publishing, e anche da Mondadori in Italia nella collana “I Romanzi Extra Passion”, nel 2015 è passata al self publishing e non si è mai guardata indietro! Ha la fortuna di essere sposata con la persona che ammira di più al mondo e di vivere nel cuore di Dallas. Quando non controlla ossessivamente quanti passi ha fatto su Fitbit, o quando non prova tutti i nuovi gusti di yogurt greco, scrive romanzi d’amore storici con eroi super sexy ed eroine irriverenti che fanno di tutto per ottenere quello che vogliono senza stare ad aspettare. Il suo turbamento, originato durante la festa quando aveva visto Simon e Graham insieme - il futuro che le era stato imposto e quello che non avrebbe mai avuto - aveva causato molti problemi, per di più all’unica persona al mondo a cui non avrebbe mai voluto fare del male. Nel buio si voltò lentamente verso di lui. «Simon?» sussurrò. Nessuna risposta. Aveva il viso leggermente girato, quindi Meg non poteva dire se avesse gli occhi aperti o chiusi. «Simon?» ripeté, questa volta con meno sicurezza. «Che c’è?» rispose lui, con voce tesa. «Mi… mi spiace di aver rovinato la giornata» disse lentamente. «Mi spiace di aver causato tutti questi problemi scappando dalla festa.» Lui non disse niente, ma si mosse un po’ e rilassò leggermente le spalle. Meg lo prese per l’incoraggiamento che non le aveva dato ad alta voce e continuò. «Sento di dovermi spiegare» confidò con un sospiro. Il buio, l’intimità di essere a letto insieme, tutto contribuiva a dare l’impressione che potesse dire senza timore quello che aveva in cuore. Non tutto, ovviamente. Ma in parte. Se Simon avesse capito, forse sarebbe stato più facile, in qualche modo. «Io… io non voglio sposare lui.»

martedì 8 dicembre 2020

IL SOGNORE DI NOTTE di Gustavo Vitali

SEGNALAZIONE
Venezia, 16 aprile 1605. Viene rinvenuto nella sua modesta dimora il cadavere di un nobile caduto in miseria, primo delitto di un giallo fitto fitto che ha come sfondo la Venezia alle soglie del Barocco. Sul luogo si precipita il protagonista del racconto, Francesco Barbarigo. Come “Il Signore di Notte”, dà il titolo al racconto e richiama espressamente la magistratura incaricata dell’ordine pubblico, sei giudici e insieme capi della polizia. Si tratta di una persona realmente vissuta ai tempi così come i principali personaggi della storia che, al contrario, è di pura invenzione. Questo particolare ha comportato un copioso lavoro di ricerca come documentato nella bibliografia del libro. È solo il primo dei delitti che affiorano in una trama intensa ed intrigante. Sono coinvolte le figure più varie, da quelle di primo piano, a quelle defilate nei contorni. L’autore apre così un’ampia carrellata su aristocratici ricconi e quelli che vivacchiano malamente, mercanti, usurai, bari, prostitute e altri. Nella vicenda tutti recitano i rispettivi ruoli e la contestualizzano in quella società veneziana che si era appena lasciata alle spalle un secolo di splendore per infilarsi in un lento declino. Compaiono anche personaggi sgradevoli, come i “bravi”, perché il tempo del declino è anche il loro, accomunati agli sgherri da una violenza sordida e sopraffattrice. Sempre nell’ottica di addentrare il libro nella sua epoca, ecco l’aggiunta di brevi divagazioni su curiosità, usi e costumi, aneddoti, fatti e fatterelli. Costituiscono un bagaglio di informazioni sulla storia della Serenissima, senza interrompere la narrazione e senza che gli attori si defilino da questa. Un discorso a parte merita la figura del protagonista. Se qualcuno spera nello stereotipo dell’eroe positivo, resterà deluso. Il Barbarigo è un uomo contorto che affronta le indagini con una superficialità pari solo alla sua spocchia. Vorrebbe passare come chi sa il fatto suo, spargere sicurezza, ma nel suo intimo covano ansie e antichi dolori. Non sa come cavarsi dagli impicci, cambia idea e umore da un momento all’altro, insegue ipotesi stravaganti e indaga su persone del tutto estranee al delitto. Il linguaggio è spiccio, crudo, spesso beffardo e dissacratorio, mette in ridicolo difetti e difettucci del protagonista e insieme quelli della società del tempo. Sull’onda dell’improvvisazione e di una acclarata incapacità non si fa mancare nulla, nemmeno una relazione disinvolta, o quella che lui vorrebbe tale, con una dama tanto bella, quanto indecifrabile. Non capisce nulla neppure di questo strambo amore che gli causa presto nuovi turbamenti. Cosicché nelle indagini, come pure nel letto, finisce con il collezionare una serie di disfatte clamorose fino a quando in suo aiuto accorre un capitano delle guardie che ha tutta l’esperienza e l’astuzia che mancano al magistrato. Tuttavia i due dovranno faticare ancora un bel pezzo per scrivere la parola fine a tutto il giallo che nel frattempo si è infittito di colpi di scena, agguati e delitti, compresi quelli che riemergono dal passato. Il finale sarà inaspettato e sorprendente.

venerdì 13 novembre 2020

SEGNALAZIONE BIKER di Elizabeth J. Parker

Genere: Romance Romanzo autoconclusivo in volume unico «Sei un tatuaggio impresso sulla mia pelle, Hope. Fai parte di me e non ti lascerò mai più andare.» «Travers, non farmi del male. Con te si corre il rischio di soffrire, e non voglio. Dammi solo il tuo amore.»
Hope è una liceale come le altre, frequenta un circolo esclusivo, party d’elite e amici dell’alta borghesia. Una notte, mentre si trova a una delle solite feste, si scatena una rissa. Costretta a scappare, Hope ha un incidente con la macchina. Sta per morire, ma prima che l’auto esploda, viene salvata da Travers, uno dei delinquenti motociclisti che si erano imbucati alla festa. Bellissimo, tatuato, prepotente, occhi verdi e magnetici. Travers è una tentazione per lei, ragazza di buona famiglia. Da quella notte, Hope comincia a pensarlo e non riesce più a toglierselo dalla testa. Travers è amante delle donne e delle risse, fa corse in moto, è spericolato. Non è il ragazzo che fa per lei, ma Hope ne è sempre più conquistata, visto che lui la corteggia di continuo. Tra di loro si intromette Indigo, il capo del gruppo dei motociclisti, che vuole portargliela via, geloso del loro rapporto speciale. Alla fine Hope cede, e si lascia andare a una passione che non aveva mai provato prima, vivendo con Travers un amore passionale e travagliato. Un Romance piccante, un’intensa storia d’amore oltre i limiti imposti, una passione senza regole.
BIKER (stralcio) «Hai paura di me?» Travers si volta a osservarmi, con i suoi occhi verdi che scintillano. La pioggia, intanto, continua a cadere attorno a noi, tintinna sulle foglie della campagna e mi fa rabbrividire. «Sì, a volte» sussurro, piano. Si china su di me, bacia il mio orecchio con le sue labbra morbide e carnose. «Fai bene ad averne, Hope… io sono pericoloso, soprattutto per una come te. Mi piacciono le sfide, e tu rappresenti una sfida, per me.» «Perché sono ancora vergine, immagino.» Mi sfogo, senza sapere neppure io perché mi senta improvvisamente eccitata. Travers è sensuale, mi osserva come se mi volesse spogliare. E capisco che è anche quello che voglio io. Aspetto che faccia qualcosa, ma non si decide. «Toccami» lo imploro. Lui sorride. «Ma come, non sei una brava ragazza?...» «Con te no, non lo sono.» Le sue mani mi stringono forte, mi tira a sé, e non riesco a fare a meno che ricambiare il suo bacio, quando le labbra di Travers si impossessano delle mie. È un bacio passionale, di possesso. Mi stringe con autorità, per farmi capire che sono sua, e di nessun altro. «Baciami ancora» lo supplico. «Piccola Hope» ride. «Sul serio ti piace essere baciata da un delinquente come me?...» Lo spingo via, gli dico che non lo sopporto, ma è tutto inutile. Sa già che sono pazza di lui. «Ti sei innamorata di me» Travers mi tocca il labbro con il pollice. La mia bocca è arrossata dai suoi baci, da quello che mi ha fatto. Mi ha mostrato la sua prepotenza, la sua sensualità… e io mi sono abbandonata a lui. Perché non posso fare altro. Lo desidero da morire.

sabato 7 novembre 2020

“Il carisma del duca”, romance regency di Jess Michaels

SEGNALAZIONE link https://www.amazon.it/dp/B08L78V9L5/
Autore: Jess Michaels Traduttore: Isabella Nanni Editore: The Passionate Pen LLC Genere: Romance storico Prezzo ebook: € 3,99 – disponibile in Kindle Unlimited Prezzo cartaceo: € 13,99 Data pubblicazione: 2 novembre 2020 Serie: Il Club del 1797 SINOSSI Inghilterra, 1810. Il carismatico e impetuoso Duca di Abernathe, James Rylon, è il tipo di amico che chiunque vorrebbe avere. Ha persino fondato il Club del 1797, composto da dieci uomini tutti destinati a diventare duchi. Ma ha dichiarato apertamente che non si sposerà mai e nessuno capisce perché. Ma alla signorina Emma Liston non importa sapere perché. Zitella da troppo tempo, con un padre assente che può far scoppiare uno scandalo da un momento all’altro, ha bisogno di sposarsi. Adesso. Decide quindi di correre un rischio folle e di chiedere aiuto al fratello della sua amica Meg, James. Gli chiede di fingere di essere interessato a lei quel tanto che basta per attirare l’attenzione di altri gentiluomini. James accetta, ma si accorge con sua grande sorpresa che fingere di corteggiare Emma gli risulta molto facile... Quando il padre di Emma ritorna, minacciando di condannarla a un futuro terribile, il loro corteggiamento diventa ben presto fin troppo reale. James rivelerà mai la vera natura dell’uomo che nasconde sotto la sua corazza esterna? Ed Emma riuscirà a scoprire il proprio valore prima che sia troppo tardi? Lunghezza: Romanzo in versione integrale (70.000 parole) Grado di sensualità: bollente
ESTRATTO «Sono una zitella schiva, faccio sempre da tappezzeria» gli disse, allontanando la mano dalla sua e desiderando di non sentirne ancora il calore. «Non c’è altra ragione se non quella che impedisce a molte donne come me di sposarsi. Mia madre insiste che devo sposarmi, ovviamente, per migliorare la nostra posizione. Mi spinge costantemente a farlo. Ma non basta agitare la mano per far cadere gli uomini ai miei piedi.» Il duca scosse lentamente la testa. «Che cosa buffa. Io sto cercando di evitare una trappola matrimoniale e voi desiderate finirci dentro.» «Sì» confermò lei, poi si coprì il viso. «Dio, mi sento così sciocca.» «Perché?» chiese lui con una risata. Emma abbassò le mani e lo fissò. «Veramente? Voi mi fate questa domanda?» La sua giovialità svanì alla sua domanda precisa. «Mi dispiace se sono stato superficiale» disse, con un’espressione di sincero rammarico. «Avete aiutato mia sorella, avete aiutato me. C’è un modo in cui io possa aiutare voi?» «Fingere di corteggiarmi per rendermi attraente per un altro uomo?» gli rispose, poi scosse la testa ridendo. «No, milord. Non c’è niente che possiate fare, anche se vi ringrazio per il pensiero.»
AUTORE Jess Michaels è un’autrice bestseller di USA Today. Sebbene abbia iniziato come autrice tradizionale pubblicata da Avon/HarperCollins, Pocket, Hachette e Samhain Publishing, e anche da Mondadori in Italia nella collana “I Romanzi Extra Passion”, nel 2015 è passata al self publishing e non si è mai guardata indietro! Ha la fortuna di essere sposata con la persona che ammira di più al mondo e di vivere nel cuore di Dallas. Quando non controlla ossessivamente quanti passi ha fatto su Fitbit, o quando non prova tutti i nuovi gusti di yogurt greco, scrive romanzi d’amore storici con eroi super sexy ed eroine irriverenti che fanno di tutto per ottenere quello che vogliono senza stare ad aspettare.

lunedì 5 ottobre 2020

Abbiamo avuto il piacere di incontrare per un’intervista Giuseppe Marino o, come tutti lo chiamano, Alosha. E’ un mimo, lui ama definirsi un “danzastorie” che con i suoi gesti, apparentemente semplici ma studiati, interpreta tradizioni, sentimenti, suoni e realtà. Dietro il danzatore, però, si cela un filosofo. Alosha come nasce questo suo modo di danzare? Tutto il mio fare nasce dall’amore verso la mia terra, da questa spinta emozionale che mi porta alla ricerca di nuovi linguaggi. E’ proprio in questo bisogno di esternare cheognuno adotta il proprio linguaggio che può essere poetico, pittorico, musicale: io danzo. Ho alle spalle un percorso di studio coreutico che mi ha permesso di esprimermi con il corpo sia come insegnante con chi vuole imparare che come artista verso il pubblico. Per molti anni ho studiato e lavorato fuori dalla Sicilia. Tredici anni fa, alla nascita di mia figlia, ho deciso che doveva vedere la luce nella nostra terra e da allora risiedo qui. Come nasce questo tuo metodo che si basa, prevalentemente, sulla gestualità? Per me il gesto rappresenta l’esaltazione della parola, anche se, per noi siciliani, il gesto, la mimica facciale, rappresentano un linguaggio unico al mondo. Naturalmente c’è stata e c’è ancora da fare una lunga ricerca. Hai sempre danzato? All’inizio ero un insegnante di educazione fisica a scuola, poi la mia passione ha preso il sopravvento e ne ho fatto il mio scopo di vita. Il forte sentimento verso la mia terra mi ha portato a scandagliare le nostre origini e a studiare tutto quello che ci è stato trasmesso nei secoli, sia dal punto di vista linguistico, che artistico, letterario e, soprattutto, religioso, anche da quelli che ci hanno conquistati senza mai sottomettere la nostra cultura e la tradizione religiosa, anche se abbiamo preso a piene mani i miti greci: Colapesce, Aretusa, Aci e Galatea… Cosa ami della nostra sicilianità? Amo soprattutto il popolo che caloroso scende in piazza, da sempre le feste popolari, quelle che ci caratterizzano, vedono il popolo esultante. Poi parte importante per me sono i poeti popolari che hanno contribuito ad una crescita civica anche se spesso hanno messo in evidenza le magagne del potere e quindi hanno dato fastidio. Il personaggio che ami di più? Sicuramente Ignazio Buttitta, colui che amava definirsi il poeta popolare, di Bagheria e che trova sempre ampio spazio nei miei spettacoli. Lui con una semplice frase esprimeva il vero significato dell’essere siciliano: “l’uomo aviri u cori comun a chiazza e a menti comu lu cielu” dove la piazza indica l’accoglienza e il cielo l’apertura mentale. Lui portava la cultura dove non c’era o non c’erano i mezzi per poterla realizzare, quindi girava per piazze e borghi, anche quei luoghi intrecciati con la mafia, e portava la sua poesia al popolo siciliano che si è sempre ribellato all’ingiustizia, a Garibaldi, all’unità d’Italia che abbiamo subito. Secondo te, qual è la caratteristica della nostra isola? Contrariamente a ciò che si afferma di solito, con film o affermazioni che storpiano la nostra natura, la Sicilia è “fimmina”, questa è una bella caratteristica. Tutti sappiamo la forza che solo una donna o madre può avere sulla società, anche il vulcano Etna per noi è “Fimmina”, a Muntagna! Io nei miei spettacoli, con i Cunti, i canti popolari che di generazione in generazione hanno tramandato la verità storica del momento, lo metto in evidenza. L’antico Cuntu cercava ti trasmettere e tramandare la storia. Io cerco di perpetrare questa tradizione perchè ha in se una forza ritmica ( il battere ) che lasciava e lascia nella mente una forte traccia oltre la scrittura. Il personaggio acese che ami? Sono, da sempre, affascinato da Lionardo Vigo, un acese che è stato sempre presentato sotto un aspetto solamente intellettuale ma che avrebbe bisogno di una contestualizzazione più vicina al popolo visto che lui ha reso viva una pietra, la pietra su cui sorge questa città che si affaccia verso l’oriente ed è baciata dal sole e dal mare. I suoi versi, secondo me, dovrebbero essere avvicinati a tutti gli acesi. Alla sua “Raccolta di canti popolari siciliani”, opera che si trova presso la biblioteca Zelantea, attingono tanti cantautori provenienti da diverse parti della Sicilia per testi popolari che poi esportano in tutto il mondo dove si sente l’anima del nostro popolo. Oppure scaricano il pdf prodotto in Inghilterra, ad Oxford. Da acese sono orgoglioso di questo tesoro e penso debba essere portato al popolo. Perché la gente lo riconosce con il nome Alosha. Alosha è un nome che proviene dallo Sanscrito e vuol dire “cuore divino”. Questo nome mi è stato dato dal mio maestro spirituale, Michael Barnett, tanto tempo fa e mi è rimasto come nome di danzatore. Come vivi questo momento post covid come artista? Questo, per l’artista, è un momento critico e umiliante perché ad ora, l’arte e tutti coloro che per una vita si sono spesi per portarla avanti, non sono assolutamente tutelati. Questo mi rattrista perché oltre al mio dramma personale o di quello di tutti gli altri artisti di qualunque genere, vedo vanificare tutti i messaggi che nel tempo ho dato soprattutto alle fasce giovanili e cioè incoraggiarli ad esprimere quello che avevano dentro: in questo momento vedo vani i miei pensieri. Cosa ha portato la danza a rendere Alosha un uomo dal pensiero profondo? La curiosità di scoprire e capire qualsiasi cosa ci circonda, dalle cose più eccelse a quelle che riteniamo più umili. La vita deve essere ascolto e ascolto umile. Io mi interesso della vita e non solo di quello che faccio. Impegni futuri? Porto ancora in giro “Il danzatore di Sicilia” che sottolinea tutta la storia letteraria della nostra terra. Inizio con Sciascia, Bufalino e Buttitta. In scena tre sedie, di colore diverse, per rappresentare i tre grandi autori siciliani. Grande protagonista l’aspetto religioso parte integrante della sicilianità. Altro lavoro, che in questo momento che continuo a portare in scena, è “'Nzichitanza , titolo che frettolosamente, in italiano, possiamo tradurre con “continuamente” ma che io adoro per il ritmo che produce sia come fonetica che come pensiero. Sto lavorando per mettere in scena uno spettacolo su Lionardo Vigo dal titolo “Pietra violata” perché Acireale con la sua pietra si incastra in un contesto nero mentre le altre città siciliane si caratterizzano per il bianco abbacinante degli stucchi in pietra arenaria. Secondo me, Acireale, negli ultimi anni, ha subito la violenza dell’ignoranza per la non consapevolezza della pietra a cui noi siamo legati e che invece dovrebbe essere esaltata organizzando un viaggio nel centro storico con lo sguardo all’in su per ammirare la bellezza del barocco che spesse volte è in mano all’incurie e alla decadenza: basterebbe, anche, illuminare ogni balcone per evidenziarlo e indurre al rispetto chi guarda Mariella Di Mauro

giovedì 13 agosto 2020

SEGNALAZIONE Sangue e Champagne di Cristina Origone

Sangue e Champagne di Cristina Origone Genere: CozyMystery – Giallo Data di uscita: 30 luglio 2020 Formato: ebook e cartaceo Prezzo: € 2,99/€ 8,00 Serie: Primo volume autoconclusivo della serie The Waiter’sinvestigation
Trama Un cameriere con la passione dell’investigazione. Uno chef accusato di tentato omicidio. Un complicato intreccio, in cui il colpevole può essere chiunque. È la sera di Capodanno quando sullo yatch di proprietà di Renzo Cestoni, ormeggiato nella baia di Portofino, scoppia un incendio nella cucina. Accusato di aver appiccato il fuoco è Arnaud Picard lo chef del rinomato ristorante Le Chat Rouge. Simone è un giovane cameriere che si destreggia fra i tavoli in un ristorante a Recco. È un ragazzo curioso, appassionato di gialli, e ha lavorato in passato con Picard. Quando scopre che lo chef è stato accusato di tentato omicidio, decide di aiutarlo provocando l’irritazione del maresciallo Bonelli, incaricato di seguire il caso.Ma Simone continuerà a condurre delle indagini personali e si troverà invischiato in un intreccio dove un piccolo indizio, evanescente come le bollicine dello champagne, lo aiuterà a trovare il colpevole.
Cristina Origone è nata a Genova, dove viva e lavora. Il suo primo romanzo è stato pubblicato da Delos Digital nel 2004 e da allora non si è più fermata. Scrittrice versatile, ha pubblicato più di 30 racconti e 15 romanzi di generi diversi.Ha collaborato con riviste e quotidiani on line. Le sue ultime pubblicazioni sono il romance Una rana in valigia, nella collana elit – Harper Collins Italia, e il romantic suspense IntoDeep per Dri Editore. Sangue e Champagne è il primo romanzo breve di una serie di storie ambientate nel mondo della ristorazione che vedono come protagonista un giovane cameriere con la passione dell’investigazione.

martedì 28 luglio 2020

Il Mito di Aci e Galatea

di Pina Spinella
Ancora una serata di cultura presso l’associazione Mirto di Acireale, presso Mario Russo store in corso Umberto di Acireale. Splendido spazio nel cuore della città, Mirto ha dato vita, giovedì 23 luglio, ad una serata dedicata al mito di Aci e Galatea.
Ospite Pina Spinella e il suo libro “Il Mito di Aci e Galatea” dove l’autrice ha rimaneggiato il mito proposto da Ovidio e lo ha arricchito con delle stupende immagini create dall’artista Adriana Rossi, DRIA. La serata ha visto Gabriella Puleo nelle vesti di moderatrice, le artiste, attrici, Tiziana Giletto e Mariagrazia Cavallaro, le musiche di Sebastiano Grasso. L’autrice ha dialogato con Mariella Di Mauro. Sono intervenuti le maestranze della casa editrice Carthago: Gaspare Edoardo Liggeri, Margherita Guglielmino e Giuseppe Pennisi

domenica 26 luglio 2020

Il fantasma dell'abate di Louisa May Alcott

SEGNALAZIONE Traduttore: Isabella Nanni
Titolo: Il fantasma dell’abate. La tentazione di Maurice Treherne. Autore: Louisa May Alcott (1832-1888) Editore: autopubblicato dalla traduttrice Genere: Romanzo Prezzo ebook: € 2,99 Prezzo cartaceo: cartaceo in fase di approntamento Serie: Gli Intramontabili (volume 2) Data pubblicazione: luglio 2020 Esclusiva Amazon. Link di acquisto: https://www.amazon.it/dp/B08CBC92YK/
Inghilterra, seconda metà del XIX secolo. Maurice Treherne è il rampollo del ramo cadetto della nobile famiglia inglese dei Treherne. Una volta rimasto orfano, viene accolto in casa dagli zii e stringe un vincolo particolarmente profondo con il cugino Jasper, suo coetaneo, con cui condivide piaceri e avventure tipiche dei giovani delle classi agiate. Nel corso di un soggiorno a Parigi i due cugini sono coinvolti in un misterioso scandalo che li costringe a lasciare in tutta fretta la capitale francese. Durante il viaggio di ritorno la nave su cui si sono imbarcati naufraga; Maurice salva la vita al cugino rischiando la propria e resta paralizzato alle gambe. Tornati in Inghilterra le sventure continuano a perseguitare Maurice che si ritrova inspiegabilmente diseredato dal vecchio zio e lasciato al buon cuore del cugino. Solo la dolce compagnia della giovane Octavia, la sorella di Jasper, sembra offrirgli un conforto insperato e ridare a Maurice la speranza di un amore puro, contrastato però dalla madre di lei che auspica un’unione diversa. In occasione di una festa a casa dei Treherne un anno dopo l’incidente che gli ha stravolto la vita, il passato ritorna a minacciare le prospettive di Maurice, che sarà più volte tentato di svelare il mistero che circonda gli eventi di Parigi, venendo meno alla parola data. Ma una strana presenza darà una svolta inaspettata alla vita di tutti… Dall’autrice di “Piccole donne” un romance gotico molto diverso e appassionante.
Estratto da “Il fantasma dell’abate” Le due giovani coppie chiacchieravano amabilmente in parti diverse della stanza e Treherne se ne stava seduto da solo, osservandole tutte con occhi che penetravano sotto la superficie e leggevano i desideri nascosti, le speranze e le paure che le governavano. Un'espressione singolare si formò sul suo viso nel momento in cui il suo sguardo si spostò dal volto limpido di Octavia a quello cupo della signora Snowdon. Appoggiò la testa sulla mano e si immerse nei suoi pensieri, perché stava attraversando uno di quei momenti fatidici che arrivano a tutti noi e che possono forgiare o rovinare una vita. Tali momenti arrivano quando meno li si aspetta a seguito di un incontro inaspettato, uno stato d'animo particolare, una circostanza apparentemente insignificante o una parola di troppo, e spesso il momento è passato prima che ci rendiamo conto della sua presenza, lasciando gli effetti collaterali a farci capire che cosa abbiamo guadagnato o perso. … Davanti a lui c'era il genio buono e cattivo della sua natura nelle vesti di quelle due donne. Edith Snowdon aveva già provato a esercitare il suo potere e l'incidente lo aveva solo salvato. Octavia, per quanto ne fosse inconsapevole, non mancava mai di risvegliare e stimolare i più nobili attributi di mente e cuore. Un anno trascorso in sua compagnia aveva fatto molto per lui, e lui la amava con uno strano combinazione di passione, riverenza e gratitudine. Sapeva perché Edith Snowdon era venuta, sentiva che la vecchia attrazione non aveva perso il suo fascino, e sebbene la paura gli fosse sconosciuta, non era contento di vedere quella bella, pericolosa donna. D'altra parte, capiva che Lady Treherne desiderava che sua figlia evitasse lui e sorridesse ad Annon; riconosceva di non avere il diritto di conquistare la giovane, invalido e povero com'era, e una fitta di gelosia gli strinse il cuore mentre la guardava.
Louisa May Alcott (1832-1888) fu una scrittrice statunitense principalmente nota come l'autrice della tetralogia per ragazzi Piccole Donne. Pubblicò anche romanzi gotici per adulti sotto lo pseudonimo A.M. Barnard. In questi romanzi, come Il fantasma dell’abate, dipinge magistralmente amori e passioni forti, profondamente diversi dal mondo domestico e quasi idilliaco delle opere più note.

martedì 14 luglio 2020

Giuseppe Milazzo "Terremoto è per sempre"

https://www.vdj.it/libri-milazzo-racconta-il-dopo-terremoto-del-68-nella-valle-del-belice-attraverso-gli-occhi-del-giovane-protagonista/
Giusepe Milazzo, Terremoto è per sempre, ed. Qanat 2020 “ Ma puoi dimenticare il tuo vissuto, una casa, una stradina, i primi turbamenti? Puoi accettare l’idea semplice che il tuo paese non c’è più? Non sapere dove sarà il tuo domani, ubriacarti del quotidiano…” da “Terremoto è per sempre”, pag. 101 Il romanzo di Giuseppe Milazzo ci narra i mesi che seguono al terremoto del gennaio 1968 che rase al suolo alcuni paesi della Valle del Belice, in Sicilia e che causò un numero di morti tra i 231 e i 370 e 70.000 sfollati. Cifre di cui ognuno di noi ha sicuramente sentito parlare infinitamente durante la propria vita. Il narratore ci racconta le vicende dal punto di vista del protagonista, Rosario, quarta ginnasio, e di tutti i personaggi che ruotano attorno a lui: fratello, genitori, nonni, zii, amici, la Sicilia. Il terremoto scuote le case, i paesi, l’economia e l’anima di tutti quelli che, in un modo o nell’altro ne rimangono coinvolti per sempre. E’ uno scuotimento, soprattutto quello psicologico, che difficilmente può essere risanato. Rosario abitava a Gibellina e durante il terremoto ha la fortuna, insieme alla sua famiglia, di trovarsi in visita dai nonni nelle campagne di Marsala. Vengono a sapere subito del disastro solo perché il sindaco chiama il padre Nunzio, consigliere comunale, per comunicargli delle prime scosse di terremoto che se pur forti non avevano, ancora, fatto crollare il paese e le case di tufo, cosa che poi avvenne, irrimediabilmente, qualche ora dopo. Inutile descrivere lo sgomento ed il dolore di ognuno dei membri della famiglia. Rosario, il protagonista, vede improvvisamente crollare quelle piccole certezze che sembrava avrebbero accompagnato la sua vita: la scuola, gli amici, i primi sconvolgimenti del cuore, la propria casa, le stradine del paese, i personaggi che ogni giorno incontrava come abitante di Gibellina. Da quel giorno inizia a vivere a casa dei nonni, sicuramente un luogo amato da Rosario, c’erano nei paraggi altri parenti, stimati e amati: ma il terremoto aveva sconvolto la sua esistenza, il suo modo di studiare o di approcciarsi con i contadini del luogo e con le bellezze della natura attorno a lui. Forti anche le note che riguardano le tradizioni siciliane sia culinarie che agricole. Alla fine Rosario, che rispetto a chissà quanti altri ragazzi ha avuto una grandissima fortuna, sarà mandato a Milano a completare gli studi in Collegio di una casa Professa. Il libro è interessante e abbastanza scorrevole alla lettura vuoi anche perché il Milazzo ha una scrittura piana e leggera che trascina chi legge e, soprattutto per chi ama la nostra terra. La lettura lascia una piacevolezza di tutto quello che l’autore, forse anche abbondantemente, inserisce: ricette, prodotti tipici, usi, filosofie tipiche di saggi contadini, ambientazioni rurali. Prima di lasciare la sua terra Rosario “ lì si distese. Giaceva avvolto dal tepore della vinaccia, vi aveva creato un giaciglio. Il sole tramontava, un rosso acceso che colorava il cielo e le ciaramire, le tegole in argilla sui magazzini. I coloro erano netti e distinti.” (pag. 179) Mariella Di Mauro

martedì 7 luglio 2020

Niente favole, please di Rossana Lozzio

Genere: Romance Pagine: 323 Formato: ebook (disponibile anche per Kindle Unlimited) e cartaceo Prezzo: € 2,99 ebook – € 12,00 cartaceo ISBN: 9798663145480 Data di pubblicazione: 28 luglio 2020 Cover graphic: Alma Leonardi
LINK AMAZON: https://www.amazon.it/gp/product/B08C7ZD488/
TRAMA: Sole Montedoro e Luca Marchesi: lei non crede nell’amore, lui è convinto che non ne valga la pena. Entrambi giornalisti, lavorano per la stessa emittente televisiva ma lui ha un difetto che per Sole, abituata a prendersi tutto ciò che le dà piacere, è imperdonabile: non sembra nemmeno accorgersi che esiste. Togliersi il capriccio di indurlo a innamorarsi di lei, cambiando radicalmente il futuro pianificato, è una tentazione e Sole è abituata a non fallire. Sta arrivando Natale, complici il freddo, la neve, l’atmosfera romantica e la scaltra ragazza che non crede nelle emozioni e nelle storie a lieto fine, è sul punto di ottenere l’amore incondizionato dell’unico uomo che ha osato non ricambiare il suo interesse, al punto da coinvolgerlo in uno scandalo per poi negargli il suo sostegno. Sarà vero che le favole non esistono? Sarà possibile, dato che entrambi non credono nell’amore, trovare un compromesso senza accontentarsi? Forse, hanno torto entrambi e vale la pena darsi una possibilità per essere felici?
Pagina Facebook del romanzo: https://www.facebook.com/Niente-favole-please-103828078059709 Booktrailer: https://youtu.be/E3uCPcYSgBs
Rossana Lozzio è nata e vive a Verbania. Ha pubblicato trentasei romanzi, ha curato la biografia di Alberto Fortis ed è presente in sette antologie di racconti brevi. Cura e gestisce la FanPage Facebook Ufficiale di Teo Teocoli, gestisce il Blog “Gocce d’inchiostro rosa” dedicato al mondo del romance, si occupa di editing e di consulenza editoriale come freelance ed è stata Presidente dell’Associazione Culturale “L’albero delle fate”. Sta organizzando l’evento letterario GOCCE D’INCHIOSTRO ROSA che si terrà nel 2021 nella sua città. Sito Web: https://rossanalozzio.wixsite.com/romance Pagina Facebook: https://www.facebook.com/rossanalozzioscrittrice/ Profilo Twitter: https://twitter.com/sosroxie Profilo Instagram: https://www.instagram.com/roxiet/ Canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCvKRlcXtg1J2RJP025Ufi8A

sabato 6 giugno 2020

Associazione Mirto

Manca poco, ormai alla riapertura della stagione dell'associazione Mirto presso Mario Russo store Acireale
A breve verranno comunicate le date di questa nuova iniziativa del M°Salvo Troina

venerdì 5 giugno 2020

ISABELLA NANNI

Segnalazione IL PRINCIPE FELICE
Titolo: Il Principe Felice e altri racconti. Il fantasma di Canterville Autore: Oscar Wilde (1854-1900) Traduttore: Isabella Nanni Editore: autopubblicato dalla traduttrice Genere: Fiabe Prezzo ebook: € 2,99, prezzo di lancio € 0,99 fino a fine maggio Prezzo cartaceo: € 20,79 iva inclusa, con le illustrazioni originali a colori Data pubblicazione: maggio 2020 Esclusiva Amazon. Link di acquisto: https://www.amazon.it/Principe-Felice-racconti-fantasma-Canterville-ebook/dp/B088WQ9Z3G/
Il Principe Felice e altri racconti (titolo originale “The Happy Prince and Other Tales”) è una raccolta di cinque fiabe che Oscar Wilde aveva scritto per i propri figli: Il Principe Felice, L’Usignolo e la Rosa, Il Gigante Egoista, L’Amico Devoto, Il Razzo Eccezionale. Pubblicate per la prima volta in un’unica antologia nel 1888, le fiabe di Wilde tratteggiano con semplicità un mondo fantastico in cui l’autore fa parlare statue e animali, oggetti e persone, per dipingere le varie sfaccettature della natura umana commuovendoci con immagini che restano nel cuore. Il Fantasma di Canterville (titolo originale “The Canterville Ghost”) è un’opera giovanile di Wilde che fu pubblicata per la prima volta nel 1887. La novella è incentrata sulle peripezie del fantasma del nobile Sir Simon de Canterville che per la prima volta nella sua pluricentenaria carriera di spettro inglese non riesce a spaventare la famiglia di strampalati Americani che gli ha occupato il castello ancestrale. Lo spassoso scontro tra antico e moderno, tra Vecchia Inghilterra e Nuovo Mondo viene raccontato con leggerezza e ironia, fino all’inaspettato finale. Il ricavato delle vendite di questa nuova traduzione verrà donato ai canili e gattili che hanno accolto gli animali rimasti orfani dei loro padroni vittime dell’epidemia di Coronavirus.
(da Wikipedia) Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde, noto come Oscar Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900), è stato uno scrittore, aforista, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese dell’età vittoriana, esponente del decadentismo e dell’estetismo britannici. Autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto raffinata e incline alla ricerca del bon mot (ovvero della battuta di spirito), con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare l’attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto soprattutto per l'uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato. Le sue opere, tra le quali – in particolare – i suoi testi teatrali, sono considerate dai critici dei capolavori dell’Ottocento.

lunedì 1 giugno 2020

Aura Conte

Segnalazione: YOU ARE MY DREAM
Autrici: Aura Conte e Connie Furnari Data pubblicazione: 25 Maggio 2020 Link: https://www.amazon.it/dp/B08959GRNS/ (Disponibile su Amazon Kindle Unlimited) Prezzo: 0,99 cents
Genere: Romance/New Adult. Romanzo autoconclusivo in volume unico. Trama: C’erano una volta, un giovane ladro vagabondo e una principessa ribelle. La contessina inglese Catherine è in vacanza alle isole Maldive con il padre, presidente di una società multinazionale. Durante una festa a bordo di uno yacht, Catherine fugge via e quando raggiunge la spiaggia, si imbatte per caso in Adel, giovane e bellissimo ladro senzatetto. Tra i due scocca subito il colpo di fulmine, ma Catherine viene bramata da Jamaal Khalid, uno dei collaboratori di suo padre, per oscuri motivi. Qualcosa di misterioso è legato a un vecchio medaglione, uno scarabeo di zaffiri, lasciato in eredità a Catherine da sua madre. Con l’aiuto del fantasioso e simpatico mago di strada Almarid e di Abu un ragazzino orfano, Adel e Catherine lotteranno per il loro amore. Retelling Romance di Aladdin, You are my dream è la storia di un amore romantico, un romanzo pieno di colpi di scena e di avventura. Una storia che narra di un amore tormentato e clandestino. Un amore passionale e infuocato, come il deserto, e violento come il mare in tempesta. Il punto di vista di Catherine (Jasmine) è descritto da Aura Conte. Il punto di vista di Adel (Aladdin) è descritto da Connie Furnari.
Estratto: "Adel" Lei appare così vulnerabile e dolce che non posso trattenermi. Mi avvicino e non si scansa. Ci baciamo, vedo il riflesso del mare nel suo sguardo prima di chiudere gli occhi, e dopo non penso più a nulla. Il nostro bacio è romantico e fantastico. Non posso credere che stia succedendo davvero. Catherine è presa da me, io sono preso da lei. Le accarezzo il capo e non ci stacchiamo l’uno dall’altra: il nostro bacio è lungo, passionale. Ci assaporiamo a vicenda. Le mie mani le sfiorano i fianchi e lei mi lascia fare. Tocco le sue gambe, che sono calde, scaldate dal sole dell’estate, e non riesco a capacitarmi che lei stia con me. È una ragazza bella, intelligente, speciale. «Non andare via» la prego, allontanandomi appena da lei. «Devo» mormora piano. Ci alziamo dal davanzale della finestra, staccandoci da quel bellissimo panorama come sfondo. Oramai lei ha deciso. Ma io non la lascerò mai andare.

sabato 9 maggio 2020

“Confetti & Kilts” di Aura Conte

SEGNALAZIONE
“CONFETTI & KILTS” è il terzo romanzo breve della serie Confetti, una raccolta di commedie romantiche e leggere sulle sorelle Reid. Quattro sorelle, quattro personalità e modi differenti di approcciarsi all’amore. I libri della serie: 1) Confetti a colazione 2) Confetti in passerella 3) Confetti & Kilts 4) Prossima e ultima uscita della serie.
Trama: Carol Reid è una calamità naturale quando si tratta di combinare guai. Le basta mettere piede fuori dalla porta di casa per attrarre qualcosa che inevitabilmente si trasformerà in un disastro di proporzioni bibliche. Terza di quattro sorelle con le quali gestisce un bridal showroom, Confetti, appena tornata da un viaggio a New York, viene messa subito al lavoro. Esausta, bagnata e piena di fango da capo a piedi, giunge in ritardo a un appuntamento di lavoro ma anziché imbattersi nella classica coppia di sposini, sprofonda tra le braccia di un altissimo, muscoloso, affascinante scozzese… prossimo al matrimonio. Evan Cameron è un uomo tutto d’un pezzo, nobile, ricco, amante del rugby e soprattutto scozzese. Quel tipo di persona con valori radicati nel profondo dell’anima e con un forte rispetto nei confronti della sua famiglia. Arrivato in città per organizzare il suo matrimonio con Blanche Harris, un’ereditiera di Atlantic City, vive la sua vita passando da un party in Usa alla sua tenuta in Scozia. La sua intera esistenza è stata da sempre programmata a tavolino, come il suo stesso matrimonio… ma tante cose possono cambiare all’improvviso, quando un temporale si scatena in città e una sorella Reid dai capelli ricci e ribelli ti cade tra le braccia… letteralmente. Riuscirà Evan a non farsi coinvolgere dalla più giunonica, logorroica e catastrofica sorella Reid? Lei è una combinaguai logorroica. Lui è a un passo dal matrimonio. Riusciranno a stare lontani?
Estratto: “Carol…” replica lui divertito. “Adesso ti bacerò.” “Avevamo detto di non rifarlo…” sussurro. “Chan eil barrachd fhaclan ann, Carol!” dichiara e un attimo dopo mi stringe a sé, per travolgermi con la sua passione. Il mio corpo va a fuoco dalla testa ai piedi, mentre le mie dita affondano nel suo maglione. Le labbra di Evan sono calde, morbide e tormentano le mie senza un attimo di pace. Il suo corpo è possente e bollente, la sua presa è stretta. Tra le braccia di quest’uomo mi sento di colpo protetta ed eccitata. Biografia autrice: Nata a Messina nel 1983, dove si è laureata diversi anni fa, Aura Conte scrive libri che spaziano dalla Narrativa femminile ai Thriller. Tuttavia, è prevalentemente conosciuta grazie al successo delle sue commedie romantiche (Chick Lit) e di molteplici Romantic Suspense. Il suo primo libro è stato pubblicato nel 2009 e ora, ha all’attivo diverse decine di pubblicazioni tra romanzi, racconti e short stories. Nel 2017, ha pubblicato in seconda edizione un suo romanzo storico “La sposa del capitano” con Libro/mania (progetto editoriale di De Agostini e Newton Compton). Nel 2017 ha anche iniziato a collaborare con l’autrice Connie Furnari. Le loro storie scritte a quattro mani sono conosciute come #Furconte. Genere: Romance, Humor, Chick lit. Romanzo breve. Autoconclusivo. Disponibile su Amazon/Kindle Unlimited: https://www.amazon.it/gp/product/B0885GNFT6/ Prezzo: 0,99 cents Tutti i suoi libri sono disponibili su Amazon: http://author.to/auraconte Sito ufficiale: auraconte.com Twitter: twitter.com/auraconte Facebook: facebook.com/auraconte Instagram: instagram.com/auraconte

giovedì 23 aprile 2020

Giuseppina Vitale "TUTTA COLPA DEL MIO CAPO"

SEGNALAZIONE
Giuseppina Vitale Tutta colpa del mio capo Genere Chick lit Data d’uscita: 21 aprile Kindle/cartaceo 30 aprile Euro 1,99 disponibile anche su Kindle Unlimited 0,99 (per la prima settimana) 118 pagine
Sinossi: Marina Giordano lavora in una rivista tutta al femminile quando dopo l'ennesima delusione, spinta dall'odio per gli uomini, propone al suo capo l'articolo del secolo: come diventare la donna perfetta. Francesca sembra entusiasta dalla sua idea ma le detta una condizione: sperimentare le sue teorie su Michele Ruggero, il suo ex. Cosa succederà?
Estratti: Avanzai, il cuore sembrava scoppiarmi nel petto. «Come al solito, sei sempre l’ultima a capire le cose.» Si voltò indignata e non potei fare a meno di sorridere. «Ti amo sciocca, non saprei immaginarmi senza di te.» Asciugai le lacrime dal suo volto e la baciai. Finalmente tutto aveva un senso. La fine di un viaggio, spesso era l’inizio di una nuova interessante avventura.

venerdì 10 aprile 2020

lontano dalla scuola...

La sera del 4 marzo ci è stato comunicato che dall’indomani mattina l’azione didattica sarebbe stata momentaneamente sospesa. C’era anche una data, ma tutti sapevamo che in realtà, visto come stavano andando le cose, la scadenza non sarebbe stata certo rispettata visto che ogni ora che passava ci si rendeva conto che ormai il problema Coronavirus era dilagato e come, una pioggia dal cielo, aveva, a poco a poco, toccato tutti i paesi del mondo fino a diventare una “Pandemia”. “Pandemia”, una parola terribile, chissà quante volte è stata usata o abusata dagli uomini e non certo per un problema così grave! Purtroppo quando la vita scorre nelle abitudini e nella monotonia si cerca sempre il sensazionalismo. Poi arrivano quelle giornate che neppure il migliore scrittore ”fantasy” avrebbe potuto immaginare! Ci siamo ritrovati dall’oggi al domani a vivere una vita diversa da quella che ognuno di noi aveva mai vissuto. Rintanati nella propria abitazione, come nascosti, per giorni e giorni: certo non è andare in guerra ma è sempre uno stress stare a casa tutti insieme, tutti i giorni, abbandonando ognuno le proprie attività, il lavoro, la scuola, la spesa quotidiana, le passeggiate, la palestra, le visite ai familiari, gli abbracci. Chissà se, quando finirà questo brutto momento, saremo capaci di abbracciarci, di parlarci, di non diffidare di chiunque, volutamente o involontariamente, si avvicina a noi. Si è insinuato in noi il sospetto, la più subdola delle sensazioni che gli esseri umani possano provare, nulla è certo ma tutto è possibile. Torneremo a volerci bene, ad essere affettuosi, ad essere fratelli? Intanto stiamo tutti insieme sulle chat, reunion con i colleghi, con gli alunni, con gli amici, con i parenti, specie se lontani fanno la videochiamata. Ma se ci incontrassimo davanti alla fila del supermercato o in farmacia ci fermeremmo a parlare o ci metteremmo a distanza? In questi giorni tutti abbiamo pensato a Manzoni, incubo dei nostri giorni scolastici, lui aveva creato l’”untore”, lui ci aveva descritto di come la sera, per le vie, passasse il carro per ritirare i cadaveri di coloro che durante la giornata erano deceduti. Penso che ognuno di noi lo abbia ricordato, ogni volta che, in questi giorni, ha vista a sera i camion in fila con il lor triste carico delle bare di coloro che quel giorno avevano perso la vita. Sembra che il mondo si stia sbriciolando. Ma so che alla fine ne verremo fuori ma solo se ognuno di noi lotterà per farlo. Solo se abbandoneremo l’egoismo, la superbia, l’acredine, i giudizi, la violenza, l’attaccamento al potere che in questi giorni di dolore, invece, imperversano sui social. Insieme ce la faremo. Avvicinandoci a Dio. “Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato” ha detto il 27 marzo Papa Francesco, ed io aggiungo un mondo che Dio ci ha dato sano e che noi abbiamo fatto ammalare. Mariella Di Mauro

sabato 4 aprile 2020

IL VENTI DI GENNAIO

Ogni anno, ad Acireale, a fine Novembre, gli acesi recitano una tipica tiritera:”o quattru Barbara, o sei Nicola, o tridici Lucia e o vinticincu lu Missia”.La filastrocca è tipica della Sicilia ma gli acesi aggiungono“e o vinti di Innaru, Sammastianu”.San Sebastiano non è il santo protettore ma il compatrono, assieme a Santa Venera che viene festeggiata in estate, ma i suoi fedeli sono più numerosi e, soprattutto, più festosi.Il culto è legato ad un male antico:la peste.Anche se il Santo fu Bimartire, martirizzato la prima volta con le frecce poi con bastoni chiodati, viene raffigurato ucciso dai dardi, perché, rappresentavano il simbolo del contagio, della trasmissione della malattia.Inizialmente veniva venerato in una piccola chiesa ma, visto il grande numero di fedeli, si sentì la necessità di una nuova sede più grande e più maestosa, adeguata, cioè, all’importanza che il Santo acquisiva, anno dopo anno, in Aci e nel territorio circostante.La chiesa, eretta in suo onore, risultò semplicemente maestosa, tutta bianca di pietra arenaria e calorosamente Barocca.La festa, poi, è sempre un vero tripudio!Non c’è acese che non vi parteci e tantissimi sono i devoti con i maglioni e i fazzoletti in testa color beige e bordati rosso.Il 2020, questa strana combinazione numerica, mi ha fatto tornare in mente anni di feste.Mi sono resa conto che ogni periodo rappresenta un fase diversa della mia vita, e ogni volta ho dovuto rinnovarla e iniziarne una nuova.Quante vite cambiamo per continuare a vivere e rimanere a galla! Piccolina andavo alla ricorrenza accompagnata dalla mamma, prima in chiesa per la messa e poi fuori ad aspettare l’uscita trionfale del Santo. Non amo la folla e non l’amavo neppure allora. Minuta e gracilina, attorniata da quella moltitudine di persone, mi girava la testa, soprattutto, se ancora non ci aveva raggiunto papà. Certo incontrarsi in mezzo alla folla non era facile ma ciascuno aveva un punto preferito dove collocarsi ogni anno. Mia madre e le mie zie dicevano che non era difficile individuare mio padre perché era alto e la sua testa emergeva tra tutti. Io bambina mi mettevo sulla punta dei piedi, felice, per avvistarlo, orgogliosa. Quando c’era lui ero più tranquilla e al sicuro. Spesso mi prendeva in braccio per ripararmi dalla folla che spingeva con forza e per farmi vedere l’uscita impetuosa del Santo. Da piccola il nostro punto di ritrovo era in piazza, non in centro, troppo pericoloso! Ci mettevamo quasi ridosso al muro dove oggi c’è una gioielleria, allora c’era un negozio di scarpe. Negli anni a seguire ci posizionavamo in via Ruggero VII, davanti al negozio di Campione, il ferramenta. Un ricordo particolare del venti gennaio, alcuni anni dopo, è quello di quando andavo all’ultima classe delle scuole superiori: quell’anno non ci fu vacanza ma ci fecero uscire alle 11. Insieme ad una compagna di classe decidemmo di andare assieme all’uscita: non sarebbe stato difficile rintracciare i miei, io avevo il mio segreto, il mio papà era alto, lo avrei visto sicuramente, anche perché, nel frattempo io ero cresciuta ed ero diventata anche altina e sarebbe stato più facile trovarlo. Ricordo le corse e le risate così fragorose solo come le ragazze di quell’età e spensierate possono fare, ridendo e anche beffandosi del destino che magari sarcastico li sta a guardare e ad aspettare! Per arrivare in orario percorremmo la via Atanasia e poi i vicoletti che ci facevano accorciare la strada e ci avrebbero dato la possibilità di arrivare in tempo, anche se già sentivamo il fragore dei fuochi e le campane suonare. Per un acese il suono di quelle campane uniti ai botti rappresenta uno scuotimento del cuore, un’emozione che ti fa rabbrividire più del freddo gelido di gennaio! Un altro venti gennaio impresso nella mia memoria è quello del 1990 quando mi trovavo a Roma in visita a mia sorella in ospedale. Avevo chiamato la Grasso Viaggi per il volo, allora l’agenzia si trovava vicina alla Basilica di San Sebastiano, mancavano due giorni alla festa ed io, senza rendermene conto avevo chiamato alle 11 l’ora in cui, da sempre, le campane suonano ripetutamente per ricordare l’imminente evento. Ricordo come fosse adesso i brividi provati nel sentirle e la voglia di essere a casa e senza gli incubi di quei problemi. Roma città da sogno ma con quel peso sul cuore e il desiderio di essere a casa nella quotidianità! L’anno seguente non andò meglio, mia sorella era stata fatta tornare perché le condizioni erano gravi ed io, proprio il venti mi recavo a trovarla a casa in un’Acireale deserta perché tutti si trovavano ad onorare il Santo: ricordo le lacrime scendere sul mio volto, roventi come il fuoco. Quel pomeriggio, quando il Fercolo passò sotto casa, l’emozione fu forte. Non mi affacciai al balcone ma rimasi dietro i vetri triste. Qualche anno dopo ebbi l’opportunità di essere ospitata in uno di quei palazzi antistanti la Basilica, proprio quello che, da piccola, naso in su, guardavo invidiando le persone che con molta semplicità potevano assistere all’atteso rito dell’uscita. L’invito mi risultò gradito, apprezzavo quell’opportunità. Era bello entrare in quella casa antica di struttura e di arredamento Liberty che per l’occasione apriva il salone delle feste e le rispettive porte sulla piazza, tante e tutte adorne di trine pregiate come solo in Sicilia le donne sanno fare. Quella possibilità si ripeté per qualche anno e ancor oggi sono grata ai Cirelli per quel regalo. Quest’anno, poi, il numero venti si ripropone. Venti non è un numero qualsiasi e arrivare ad un amore di tanti anni non è una cosa da nulla. Un amore che non bisbiglia, che fa rumore, tanto, non fuori, quello è frastuono, caos. Il mio amore fa rumore dentro, ti scuote, ti sconvolge, ti cambia, ti migliora, ti dà la carica, ti dà la vita, e tu vai e voli sul mondo e le sue bassezze e dolori. Ma lui ti fa sognare e così le meschinità dell’umano le superi. Negli ultimi anni non mi reco più in piazza all’uscita del Santo, la folla mi preoccupa molto e così guardo l’evento dal maxi schermo in piazza Duomo e lo aspetto lì: lui sopraggiunge, una volta arrivava con impeto ma, ormai, sempre più lentamente per questioni di sicurezza, poi sosta un pochino ed io, con un’immensa emozione lo saluto e gli chiedo di accompagnarmi negli imprevisti e nelle nuove situazioni che il nuovo anno porterà. Mariella Di Mauro

giovedì 2 aprile 2020

Daniele La Mela Hairstyle

La preziosa collaboratrice di AkisRegale, Mariella Di Mauro, nel quadro delle sue importanti interviste ha incontrato l’Hairstyle Daniele La Mela di You Hair di Acireale, marchio di cui ne è il fondatore, in via Paolo Vasta bassa. Il negozio è curato da lui e da Tiziana, la sua compagna. Loredana e Sara sono le collaboratrici. Quest’anno, insieme a molti altri professionisti, Daniele La Mela ha curato il look delle pettinature degli ospiti del festival di Sanremo.Ecco l’intervista. - Daniele, sicuramente la sua è stata una esperienza molto interessante e formativa, la vuole condividere con i nostri lettori? Effettivamente è stata un’esperienza molto bella, tra l’altro per me seguire il festival come tecnico, è stata la prima volta. Ho avvertito un senso nazionalista in tutti i suoi componenti per metterne in atto tutta la struttura, complessa e ricercata: era come tifare per l’Italia ai mondiali! E’ stato interessante vedere come in quella settimana tutta la città ne è stata coinvolta. Mi ha arricchito dal punto di vista umano e professionale. Mi ha dato la possibilità di conoscere un target di personalità rilevanti dal punto di vista artistico, di solito io collaboro con i casting del cinema: Venezia, Roma. Sono stato anche il parrucchiere personale dell’attrice Claire Forlani. A maggio sarò al festival di Sestri Levante. - Come si vive questo mondo? Come siete organizzati nel vostro lavoro? Chiaramente all’interno del festival noi parrucchieri eravamo un numero notevole. Ci siamo occupati di sistemare tutte le persone che in un modo o nell’altro giravano intorno al festival: giornalisti, conduttori, cantanti. Ognuno di noi la sera prima riceveva la lista dei nominativi delle persone di cui ci dovevamo prendere cura l’indomani. Non erano sempre gli stessi ma, a giro, cambiavano ogni giorno, a meno che un cantante esprimeva la volontà di essere seguito da una persona precisa per tutto il festival. Come sono i cantanti, esigenti, capricciosi, si affidano? Gli attori sono molto più esigenti e capricciosi. I cantanti no, si sono affidati a noi con più semplicità. Daniele quando nasce la sua passione per questo lavoro? Nonostante io sia un figlio “d’arte”, la mia passione nasce tardi. Non ero interessato al lavoro di mio padre. Finita la scuola superiore avevo in progetto l’iscrizione all’università in Economia del Turismo. Sin da piccolo stavo in negozio solo per punizione non amavo quel lavoro. Dopo il diploma, nonostante le mie ritrosie, vengo coinvolto da mio padre in un suo progetto di potenziamento dell’attività. Decido di fermarmi un anno e provare. Quando ho cominciato a frequentare questo mondo, fatto di moda, spettacolo e artisti me ne sono innamorato e nonostante che il programma di mio padre, poi, non andò in porto io ci rimasi dentro e con grandi progetti. Iniziai con la scuola di parrucchieri e finito il periodo di apprendimento, aiutato da mio padre ho iniziato a girare per l’Italia sostando nei grandi saloni per imparare i segreti su come trattavano le donne, come le facevano sentire bene e soddisfatte. Da qui la mia esigenza di creare un contenitore che non fosse solamente quello del parrucchiere ma un luogo dove stare bene e in relax. Il mio primo salone l’ho aperto ad Adrano, il mio paese, e dopo un anno ho dovuto cercare un locale più grande perché il lavoro andava bene. Cominciai ad aprire anche negozi nei centri commerciali che poi vendevo dopo l’avviamento. Undici anni fa decisi di aprire un’attività proprio ad Acireale rilevando un esercizio in corso Umberto. All’inizio fu difficile mediare con ciò che avevo preso insieme alla gestione: il personale e la clientela. Ho cercato con tutti di conciliare il mio pensiero con le loro abitudini. Dopo qualche anno mi sono trasferito dove siamo adesso, in via Paolo Vasta, e qui ho fatto le mie scelte decisive. Ho cambiato personale e ho deciso che non sarei andato dietro le clienti ma avrei seguito la mia linea. Chi avrebbe voluto mi avrebbe seguito. Tanto lavoro e impegno ma è andata bene. - Perché proprio Acireale? E’ una bella città da ogni punto di vista sia architettonico che ambientale e sociale. Poi ho incontrato l’amore e quindi un motivo in più per restare.
Qual è la cosa che ritiene fondamentale nel suo lavoro? E’ di vitale importanza avere la capacità di entrare in empatia con chi entra e capirne innanzi tutto le esigenze e poi le tipologie di capelli. Ogni pettinatura non può prescindere dalla tipologia di capello, non farlo non dà il giusto risultato. In tutti questi anni ho capito che per ogni cliente è importante anche la chiarezza dei servizi che diamo e dei costi di ogni trattamento, evitando le sorprese finali. Oltre all’impegno giornaliero del suo studio ha altri interessi? Il mio obiettivo è quello di creare un habitat dove chi entra possa trovare un luogo rilassante e familiare. Mi interesso molto di” Ambiente”. Ho un progetto in dirittura di arrivo e, a tal proposito, abbiamo creato una bottiglia ecologica per l’acqua con il nostro logo, naturalmente, per limitare l’uso della plastica e il suo conseguente riciclo. Insieme a Lega Ambiente, a cui andrà una parte del ricavato che sarà utilizzato per migliorare alcuni punti della Timpa, stiamo organizzando un progetto comune. Faremo anche degli incontri, dei Work shop, con le nostre clienti ed i loro bambini per attenzionare il risparmio energetico e il riciclo creativo. Sicuramente un bell’impegno. Buon lavoro a Daniele La Mela e al suo staff. Mariella Di Mauro

venerdì 13 marzo 2020

Ha un sapore amaro quest'anno la primavera

Mentre il mondo si ferma, la natura, ignara di quello che sta accadendo, continua il suo percorso e, come ogni anno, da millenni, esplode e nella sua vitalità mette in mostra i suoi colori. Mesti, gli uomini, li osservano, desiderosi, come le piante, di partecipare di quelle gioie. Ma il triste momento, anche se carico di speranza, rende penoso non poter partecipare allo sbocciare dei fiori e al rinverdire dei prati. Ha un sapore amaro quest'anno la primavera. Mariella Di Mauro

giovedì 27 febbraio 2020

Sebastiano Ardita "Cosa Nostra S.p. A"

“Cosa Nostra S.p.A”, racconto di vita vera del magistrato Ardita
E’ stato presentato a Catania, presso la sede della “ Fondazione La città invisibile” in collaborazione anche con “Antimafia 2000” e il “Movimento Agende Rosse” di Catania, il nuovo libro del Procuratore del Consiglio Superiore della Magistratura, Sebastiano Ardita, dal titolo “Cosa Nostra S.p.A.”. Ha moderato l’evento Alfia Milazzo. Il libro, anche se scritto da un magistrato, che è un addetto ai lavori, non è un comune saggio ma va oltre la semplice descrizione degli eventi, non usa, cioè, parole precise e pesate per non rischiare di non essere sufficientemente chiaro. In quest’ultimo lavoro, Ardita è diventato uno scrittore che, più che descrivere, racconta la vita vera. Toccante, nel testo, il momento in cui riporta un incontro, durante una conferenza in un istituto scolastico, con un giovane che lavorava come puliziere nella scuola. Carmelo – così lo chiama nel libro – gli chiede qualche minuto per parlare con lui e, come un fiume in piena, gli racconta una storia, la sua, figlio di un detenuto per mafia che per tutta la sua esistenza combatte per tirarsi fuori da quel mondo, con un desiderio forte di diventare un carabiniere. Tante le tentazioni, ma lui con fatica ha sempre resistito, anche quando la propria madre viene uccisa dall’uomo, a cui per un periodo si era legata, che non aveva accettato il suo rifiuto. Ma tutto questo impegno non era riuscito a redimerlo e a far si che venisse accettato nell’Arma dei Carabinieri che lui aveva tanto ammirato ed amato. Sebastiano Ardita parla anche di sé, narra chi era il giovane magistrato e come è diventato oggi. Descrive come era la mafia prima e di come si sia trasformata fino ad oggi. Il libro parla del nostro passato criminale e di come si sia modificata la criminalità catanese sostituendo, cioè, la faccia brutta e criminale con un aspetto rassicurante e salottiero. Il tutto in una città, Catania, che da molto tempo, aiutata dall’ apparente tranquillità, è diventata modello sia in Sicilia, che nel resto del Paese. A Catania non si spara più. Ma la mafia, a detta del magistrato Ardita, preferisce stringere “relazioni” con le imprese e la politica, incrociando con essi, ahimè, il proprio fatturato. Mariella Di Mauro

sabato 22 febbraio 2020

La famiglia Hofer SEGNALAZIONE

Cover Reveal
Titolo: La famiglia Hofer Autore: Mr. Rosolino Lunghezza: 226 pagine Data di pubblicazione: 27 aprile 2019 Editore: Sogna e Crea
Sinossi: Micheal vive a Bressanone, in provincia di Bolzano, e cresce sotto l'amore morboso della più ricca famiglia della provincia: gli Hofer. Segregato nella villa con l'unico svago dello studio, Micheal sfoga tutta la sua frustrazione nell'arte spiccando nella musica. Forse è un modo per esprimere se stesso, ma la sua non è una vera e propria crisi che affligge gli individui repressi. Micheal Hofer sembra attendere pazientemente il suo momento, e lo attende dando voce alla sua espressione artistica. Accanto a lui c'è l'inseparabile amica di infanzia, complice, amante Camilla Kofler. Con lei condividerà l'infanzia e l'amore fin quando non riuscirà ad aprire la porta per la libertà. Ma là fuori, quel che troverà, non sarà proprio quello che si aspettava. Mr. Rosolino percorre senza timore le vie oscure dell'amore che merita essere cercato attraverso quei minuziosi dettagli quasi impercettibili dando vita alle tante sfumature dell'amore stesso. L'autore non cerca di sedurre il lettore, ma, forse con un pizzico di superbia, è nel suo intento imbarazzarlo con questo romanzo esplicito che nella mente (e quindi negli occhi dello scrittore) viene visto Micheal Hofer come un pittore davanti alle sue modelle. Mr. Rosolino dedica molto spazio a queste scene di eros puro e lo fa senza timidezza, perché in questo bellissimo libro il sesso va letto come un palliativo al mal d'amore. Non è un caso che Micheal Hofer colga i dettagli delle sue amanti e che senta il bisogno di imprimerli con la tempera su uno dei suoi lavori migliori. Lo spunto profondo e geniale (ne troverete molti altri durante la lettura), sta proprio nel far comporre al personaggio principale il ritratto di una donna dalla bellezza celestiale utilizzando proprio i dettagli (che altro non sono i difetti, se vogliamo) delle donne che il giovane artista amerà. "Agli occhi di tutti, Micheal Hofer, aveva ritratto la Vergine Maria."

sabato 15 febbraio 2020

Carnevale in palestra

- Ci mancava solo la pioggia – pensò Michela. Si era messo a piovere a dirotto, appena si era fermato quel ventaccio che aveva disturbato tutto il primo pomeriggio, le nuvole avevano preso il sopravvento e…giù la pioggia. – Giusto il giovedì grasso – pensò Michela. L’acquazzone non durò molto e così il carnevale di Acireale poté svolgersi tranquillamente per tutti. Tra non molto si sarebbero esibiti per le vie della città gli artisti di strada: acrobati, maghi, giocolieri…tutto per rendere sfavillante quelle giornate di festa e di allegria. Ma il pensiero di Michela oltrepassava questi momenti, pensava alle giornate clou, quando avrebbe potuto muoversi indisturbata tra la folla e in maschera fare quello che voleva. Da oltre un anno frequentava questa palestra, era un impegno ed una distrazione per lei. Le importava molto tenersi a posto con il fisico, era determinata a modellarlo giorno dopo giorno. E così, impegni familiari e di lavoro permettendo, appena poteva era lì in prima linea nei corsi, e quando bastava tempo nella sala pesi per lavorare sui muscoli. Era bella Michela, alta, magra, occhi grandi e accattivanti. Non era acese ma aveva cominciato ad amare la città quasi come se ci fosse nata. Proveniva da un paese della provincia di Catania ma lontano dal centro e dalle menti più libere e così, frequentando l’università di Catania, decise che doveva rimanerci in questa zona, dove non avvertiva l’oppressione del paese, degli altri, dei benpensanti, della madre che “non farlo perché se lo sa tuo padre… nooo, che figura fa tuo padre!”. In prossimità della laurea, durante una giornata passata nella casa al mare della sua amica a Santa Tecla, conobbe Davide, giovane imprenditore che lavorava nell’azienda di famiglia, anche lui ospite della casa. Era logico che si mettesse a corteggiarla, lei si faceva guardare e a Michela non dispiacque. Cominciarono a vedersi il più delle volte a Catania anche se lui era acese. Poi Michela si laureò e subito dopo si rese conto di essere incinta. La cosa la terrorizzò fino all’inverosimile, era stata così presa dallo studio che aveva considerato quella relazione come uno svago che adesso si era fatto terribilmente serio e tragico. Davide fu sorpreso ma non si tirò indietro – possiamo sempre sposarci, in fondo abbiamo l’età giusta per poterlo fare, siamo giovani ma non ragazzini!- Ma non c’era entusiasmo nelle sue parole, sembrava più una resa, Michela aveva pensato diversamente il futuro ma il gioco le era sfuggito di mano. Fu difficile comunicarlo ai suoi ma davanti al matrimonio essi parvero calmarsi – Sposatevi in fretta prima che si sparga la voce in paese, tuo padre non ci farebbe una bella figura.- Non era lei l’interessata, ma suo padre. Andarono a vivere ad Acireale in una bella casa, cominciò a cercare lavoro, a crescere suo figlio Alberto, a cercare degli amici: suo marito lavorava e rimaneva spesso da sola, e anche quando c’era non era una grande compagnia. Negli anni la sua vita non andava proprio bene. La palestra a poco a poco fu il suo rifugio e da quando aveva iniziato a frequentare quest’ultima si trovava proprio bene. Cercava fin che poteva di partecipare a tutte le iniziative e così si sentiva più confortata. Cominciò a farsi delle amiche e anche degli amici, Leonardo, in particolare, si avvicinò parecchio a lei. Capitava che prendessero un caffè o una tisana e che si fermassero a chiacchierare dopo la sala. Michela non se ne rendeva conto ma il suo cuore gelido si stava inesorabilmente sciogliendo. Leonardo aveva quarant’anni e da oltre dieci era titolare di alcuni negozi in franchising, l’attività procedeva bene e riusciva a ritagliarsi degli spazi per la palestra. Fu proprio lui a organizzare il gruppo in maschera per carnevale. I più interessati si riunirono più volte per discutere e scegliere il tema e approvare i soggetti che man mano venivano proposti. Si discuteva, tra l’altro, per le scelte fatte dalla fondazione del carnevale insieme al sindaco di non far girare i carri, e di utilizzare quelli dell’anno prima visto che il maltempo insistente non aveva permesso loro di eseguire le loro esibizioni.
Le polemiche erano tante e aspre, agli acesi non piaceva questa scelta, non era mai accaduto che si mostrassero gli stessi carri dell’anno precedente, mai! E le macchine infiorate? Per quest’anno non ci sarebbero state. Un nuovo progetto li avrebbe viste esibirsi il 23, 24 e 25 Aprile: i carri per la festa della liberazione! Ma le critiche del gruppo e della città tutta non bastarono a fare cambiare rotta e la macchina organizzativa partì. Leonardo, Michela e il gruppo tutto erano pronti e il progetto venne attuato. Si sarebbero chiamati “Carnevale in palestra” e il tema scelto fu “Animali e personaggi del circo”. Gli incontri per la realizzazione dei costumi avvicinò ancora di più Michela e Leonardo e una sera mentre lui l’accompagnò alla macchina a lei caddero le chiavi si abbassarono contemporaneamente a prenderle, così vicini, lui la baciò e a lei mancò il terreno sotto i piedi, sembrava che dovesse perdere i sensi. Andò via verso casa che si sentiva il sangue alla testa era stordita ma era già tardi e arrivata a casa si mise subito ai fornelli chiudendo dentro di sé i suoi sentimenti e le sensazioni. La mattina appena sveglia gli si presentò davanti agli occhi quel bacio e un brivido le percorse la schiena. Sapeva che lui non si sarebbe più fermato e…neppure lei. Arrivò, alla fine, la giornata dell’esordio, tutti erano entusiasti. I vestiti erano ben riusciti. C’era il domatore di leoni con i leoni al seguito, l’incantatore di serpenti con i serpenti, gli elefanti con due domatori, gli acrobati, i lanciatori di coltelli, e poi tanti tanti pagliacci che giravano in tondo suonavano trombe, tamburi, giocavano con il pubblico. Leonardo e Michela erano proprio due pagliacci. – Muoviti più che puoi. Non stare mai nello stesso posto – disse Leonardo a Michela – cosicché nessuno possa dire dove ti trovavi. Al secondo giro, all’altezza dell’ex bar Castorina, al corso Savoia, al mio segnale comincia a correre verso di me ma non accanto, andremo insieme a casa di mia sorella a pochi metri da lì, lei è in viaggio. Sarà il nostro momento, finalmente!- Scoppiava il cuore di lei, batteva più forte di un cavallo lanciato al galoppo, ma non indietreggiò, la sua vita arida avrebbe avuto un senso, avrebbe sentito l’adrenalina: lo stesso batticuore che stava vivendo era passione. Era felice Michela, si spostava da un punto all’altro del rettangolo a loro attribuito, rideva, scherzava: però non fingeva, era davvero felice, pensava solo a questo. Quando già il sole era calato da un pezzo arrivarono al punto stabilito. Leonardo le passò accanto toccandole la spalla lei si girò e capì. - E’ ora, sono pronta – pensò. Si girò e dritta cominciò a seguire a distanza il suo amore. Poi cominciò a correre a perdifiato. – Finalmente – pensò – sto facendo una pazzia per amore -. dopo pochi secondi imboccò il portone dove era entrato Leonardo senza esitazione vi entrò e lì sparì. L’amore era lì che l’aspettava.