venerdì 6 settembre 2019

Pallino ci riprova II Parte

Un pomeriggio, certo attirato dai miagolii, in cima al tetto si affacciò un cane, era molto grosso e cominciò ad abbaiare –Vattene via, - gli gridò - se ti prendo ti faccio a pezzettini!- e abbaiava, abbaiava: Palli dal terrore si nascose sotto una trave. Poi sentì la voce di un uomo che con insistenza lo chiamò _ Tano, Tano, subito qui, corri! - e il cane, alla fine, andò via. Miciopalli uscì dal nascondiglio, era terrorizzato e ricominciò il suo pianto disperato. Il cane lo sentiva dal suo cortile e abbaiava continuamente: fu una notte movimentata, Tano abbaiava, il suo padrone lo riprendeva e Pallino piangeva. Fino a quando, nelle mattinate, il cane riuscì a liberarsi dal collare e corse verso la casa diroccata. A questo punto Giulio il padrone di Tano, accorgendosi della fuga gli corre dietro e tra l’abbaiare del suo cane e il rauco miagolare del gatto si rende conto dell’accaduto, così leva il ferro nella porta della casa semidistrutta e poco dopo il gatto trova la via di fuga e scappa. Erano le 6,20 del mattino quando Marta nel sonno sente muoversi le tegole, un tonfo e poi Pallino miagolare dietro la porta. In men che non si dica gli apre e Pallino entra: entrambi non credevano ai loro occhi, la mamma lo dava perduto. Pallino non pensava di riuscire più a sentirsi al sicuro nella sua casetta con la sua mamma. Era sfinito, senza voce, con le zampette che gli facevano male da morire, affamato e senza un filo di pancia per il digiuno: però era felice! Per molti giorni dormiva e mangiava e, in più, si faceva lisciare dalla sua mamma, senza fare storie: quanto lo aveva desiderato! Si era felice, anche stavolta era andata bene, tanta paura ma con un lieto fine!

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