mercoledì 5 giugno 2019

Il viaggio di Pallino 2

Cominciò a miagolare disperato, non sapeva come uscire da quel posto, dov’era la sua mamma? Cominciò a correre con il cane che lo inseguiva, si rifugiava in un angolo e poi in un altro sempre con il cane alle costole. Poi qualcuno cominciò a gridare, voleva che il cane la smettesse, “maledetto cane, se ti prendo ti rompo le ossa!”. Queste urla fecero spaventare ancora di più il povero Pallino, il quale pensava alla mamma e a perché non lo aiutava. Intanto, dato che il cane non smetteva di abbaiare, l’uomo usci dalla casa e con un bastone cominciò ad inseguirlo, poi si accorse di Pallino e anche l’uomo, senza che gli avesse fatto nulla, se la prese con lui. Pallino cominciò a nascondersi dietro i cespugli, il suo cuoricino batteva forte forte, si graffiò, gli faceva male ma non si poteva fermare per leccarsi la ferita. Poi miracolosamente trovò un buco, ci entrò dentro e di colpo si trovò sulla strada, ma Pallino non sapeva dove andare, non sapeva più dove era la sua casa! Provò ad andare avanti, indietro, passavano le macchine veloci, no, non sapeva proprio cosa fare, aveva ragione la mamma lui era piccolo! Disperato si appiatti sul pavimento della strada e cominciò a miagolare, si sentiva perduto. La mamma, intanto, era tornata a casa e, entrando la macchina in garage, si accorse che Pallino non c’era, pensò che si fosse nascosto come faceva di solito, lo chiamò, gli mise i croccantini nella ciotola ma lui non usci. Non capiva, inizialmente, cosa fosse successo, poi si rese conto che il suo gatto, approfittando di una sua lieve distrazione era scappato. Era fuori di sé, come era potuto accadere, dov’era Pallino, lo aveva perduto per sempre? Non poteva certo rassegnarsi, così, uscì fuori e cominciò a cercarlo, prima lungo una
strada, poi per un’altra: ma di Pallino neppure l’ombra. Rassegnata tornò a casa, salì in terrazza, lo chiamò, gli fischiò come faceva spesso per chiamarlo: nulla! Scese in soggiorno e lasciò aperta la porta che dava sulla strada sperando di sentirlo miagolare, si affacciava continuamente ma Pallino non si vedeva. Dopo una mezz’oretta sentì un miagolio disperato, sperò fosse il suo gatto. Uscì per strada ma dopo averne percorso un tratto non c’era e non lo sentiva più miagolare. Tornò indietro e percorse l’altra, lo sentì nuovamente però non capiva da dove arrivava il miagolio, lo chiamò, gli fischiò, non lo vedeva. “E se si trova su un muro – pensava – come farò a prenderlo?” Poi lo vide, era ad un metro dal muro, appiattito a terra con gli occhi chiusi e miagolava disperato. Luisa lo prese, timorosa che fosse gravemente ferito, non sembrava, se lo strinse al petto e si avviò verso casa: il cuoricino di Pallino batteva a più non posso. “Tranquillo Pallino, sei con la mamma!” lo rincuorava. Arrivata a casa si accorse che, a parte lo sporco, aveva solo dei graffietti da nulla, tutto sommato erano stati fortunati lei e Pallino, poteva finire peggio. Lo adagiò su un tappeto, con un panno cominciò a pulirlo, gli disinfettò le ferite e poi cominciò ad accarezzarlo per acquietare lei e lui. Quando lo vide più sereno gli versò del latte nella ciotola e Pallino lo bevve. Era tranquillo ormai Pallino, il suo viaggio era finito, la sua mamma era venuto a salvarlo, poteva ricominciare la sua vita abituale con le sue solite monellerie e i graffi alla mamma! Avrebbe fatto il bravo gattino, proprio come voleva la mamma, promesso. Promesso?...

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