sabato 22 giugno 2019

L'alimentazione nell'antica Grecia

Essendo l’economia dell’antica Grecia basata, prevalentemente, sull’agricoltura, la cucina, e, quindi, l’alimentazione greca, era fondata sulla “triade mediterranea”, ancora tra l’altro attuale, del frumento, olio d’oliva e vino. Un’abitudine alimentare molto frugale che accomunava un po’ tutte le classi sociali. Le abitudini dell’epoca ci arrivano dai riferimenti letterari e artistici (ceramiche). I pasti giornalieri erano tre o quattro. La colazione era fatta con pane d’orzo e latte, fichi o olive. Consumavano anche dei dolci: TAGENITE, realizzati con farina di grano, olio, miele e latte cagliato. Il pranzo era sempre veloce e si consumava a mezzogiorno. La cena, invece, era il pasto principale. I cereali costituivano la base della dieta dei Greci di quel tempo. I due basilari erano il frumento e l'orzo. I chicchi di grano venivano ammorbiditi per immersione, ridotti in pappa, macinati e ridotti in farina che veniva impastata fino a formare dei pani o focacce che potevano essere gustate semplici o miscelate a formaggio o miele. Per la lievitazione i Greci utilizzavano un lievito di vino come agente lievitante. I pani venivano cotti in casa in un forno di argilla sostenuto da gambe. Oppure mettevano dei carboni accesi sul pavimento li coprivano con un coperchio a cupola e quando il pavimento era abbastanza caldo i carboni venivano spazzati via e i pani venivano posti sul pavimento caldo e il coperchio che era stato messo a coprire i carboni, veniva messo sulle forme di pane e ricoperto con i carboni accesi. L'orzo era più facile da coltivare, ma più difficile da panificare. Si ricavava un pane nutriente ma molto pesante, quindi, l’orzo, veniva spesso arrostito, prima di essere macinato, producendo una farina grossolana che veniva utilizzata per fare il maza, un piatto greco di base. Il consumo di pesce e carne era condizionato a seconda della condizione sociale in cui si trovava la famiglia; in campagna, la caccia consentiva il consumo di cacciagione costituita da uccelli e lepri. I contadini disponevano di aie con galline e oche. I proprietari terrieri più ricchi potevano avere delle capre, maiali o pecore. In città, la carne era costosa, ad esclusione delle carni suine. Ai tempi di Aristofane (400 a. C.) un maialino costava tre dracme, che equivalevano a tre giorni di salario per un dipendente pubblico. Le salsicce erano comuni sia tra i poveri che tra i ricchi. Il pesce era molto apprezzato e veniva consumato maggiormente sulla costa o nelle isole, fresco. Spesso veniva trasportato nell’entroterra e, quindi, in città.
La bevanda più diffusa era l'acqua. Andare a prendere l'acqua era un compito quotidiano delle donne. Per il vino faremo un discorso a parte. Una delle maggiori caratteristiche nelle antiche usanze della Grecia, era quella che gli uomini mangiavano separatamente dalle donne e se la casa non aveva abbastanza camere, le donne cenavano dopo che i loro uomini avevano finito. Nelle famiglie ricche, gli uomini erano serviti dagli schiavi. In quelle povere erano le mogli o le figlie che servivano il cibo al capofamiglia. In Grecia, c’erano altre due forme di pranzo sociale e di puro divertimento esclusivamente per gli uomini: il SYMPOSIUM e i SYSSITIA. I Sissizi erano come una sorta di club aristocratico o di mensa militare. Come i symposium, erano di dominio esclusivo degli uomini. A differenza dei symposium questi pasti erano contraddistinti dalla semplicità e dalla temperanza. Il Siymposium viene comunemente indicato come sinonimo di banchetto, ma il termine indica, esattamente, bere insieme o raduno di bevitori. Ed era il passatempo preferito dei greci. Il banchetto si componeva di due parti: la prima iniziava al tramonto ed era il pasto vero e proprio; la seconda parte era, prevalentemente, dedicata al bere. La serata iniziava con un brindisi a Dioniso. Seguivano svariate conversazioni o giochi da tavolo. Il più conosciuto era il Kòttabos: gli ospiti, adagiati su lettini con cuscini, cercavano di colpire un bersaglio, un piatto o un vaso, con il vino rimasto sul fondo della coppa. Generalmente il premio che spettava al vincitore era una mela, dei dolci, una coppa o il bacio della persona amata: i greci avevano una sessualità molto libera, quindi la persona amata poteva essere una donna oppure un uomo. I banchetti, però, erano strettamente riservati agli uomini, alle donne appartenenti alle famiglie era proibito mettere piede a queste feste che venivano organizzate solamente dai ricchi. I festini si svolgevano negli ANDRON, appartamenti degli uomini, che si trovava vicino all’ingresso. Solo alle ETERE era permesso partecipare ai banchetti. Erano delle donne molto belle, intelligenti e molto istruite, seguivano, infatti, le scuole dei celebri filosofi dell’epoca. Alcune volte si legavano ad un solo uomo con un contratto a tempo indeterminato e si impegnavano ad accompagnarlo a tutti i banchetti e si astenevano ad avere relazioni con altri uomini: quindi le loro tariffe erano altissime proprio per l’esclusività. Chiusa, per limite di età, la loro carriera, le Etere diventavano pie donne, dedite, cioè, alla religione e stavano vicine ai templi. Certamente, proprio per la loro presenza le donne perbene non potevano intervenire.
Naturalmente, come si è già capito, bevanda di elezione era il vino. Il vino di quell’epoca doveva essere di forte gradazione alcolica infatti era usanza berlo diluito: D’inverno con acqua calda, d’estate con quella fredda. Si consigliava di non bere molto, Dioniso diceva che le persone morigerate bevevano tre coppe: una per il brindisi, una per l’amore e una per il sonno. Chi continuava a bere si rivolgeva, coppa dopo coppa, alla violenza, ubriachezza, rissa, tribunale, attacco di fegato e infine alla follia e (soprattutto) alla distruzione del mobilio.

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