Ravviva il fuoco prima che
si spegne! Mena, riprendeva la figlia che si attardava alla finestra vicino la
strada. Nuccia quasi non la sentì, stava accendendo le candele sul davanzale
della finestra, visto che cominciava a fare buio, per fare luce a chi si recava
in chiesa per la novena di Natale, ma si attardava perché aspettava che
passasse Turi, il figlio del pastore: lo incontrava quando andava in campagna
per raccogliere la borragine per la cena, e a furia di sguardi e di sorrisi si
erano innamorati. Mena, con sguardo e voce seria la chiamò altre due volte,
così Nuccia si staccò dalla finestra e si avvicinò al camino per prendersi cura
del fuoco. Faceva freddo a Fornazzo, e l’Etna che sovrastava il piccolo borgo
era completamente innevata, tanto, quasi, da rischiarare le povere case del
paese! Nelle viuzze, qua e là, la gente aveva messo vicino alla porta una
fascina di legna: la notte di Natale sarebbe servita per accendere il ceppo
davanti alla chiesa. Nuccia continuava pensierosa a guardare dalla finestra,
cercando di non farsi scoprire dalla madre. Tre giorni prima suo padre, Puddu,
era tornato dal lavoro contento, annunciando che Mario insieme al padre, il
fabbro del paese, avevano chiesto in moglie Nuccia e il giorno di Natale sarebbero
venuti al pranzo. Per Nuccia una coltellata al cuore, per la madre la fine di
un incubo: si sposerà? Così le acrobazie per comunicare con Turi, era riuscita
a vederlo, solo un attimo, mentre ammucchiava la neve dietro il vicolo.
Tranquilla, aveva detto Turi, ti farò sapere e la notte di Natale quando
andrai alla messa scapperemo. Mentre era soprapensiero sentì il fischio, Turi
si levò il berretto e se lo rimise due volte, proprio come pattuito: aveva
organizzato tutto, sarebbero scappati. Sospirò, non ne era contenta, ma sapeva
che mai sarebbe riuscita a convincere il padre, men che meno la madre. Così,
tribolante e felice, allo stesso tempo, aspettò il momento stabilito. Di
nascosto dalla madre raccolse le poche cose che aveva, le raccolse in un fazzolettone
componendo la così detta “truscia”, e la notte di Natale la nascose sotto lo
scialle e nel luogo fissato, proprio dove c’erano meno abitazioni e quindi meno
candele accese, accelerò il passo, girò l’angolo e subito sentì Turi che la
afferrava per il braccio e tirandola cominciava a farla correre...
Fornazzo alle pendici dell'Etna.
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