venerdì 12 luglio 2019

NON ANCORA

L'antico paese
Aveva chiesto informazioni alla padrona dell’albergo, una signora anziana che stava dietro il banchetto dell’angusto ingresso, sistemata e truccata come se stesse aspettando l’autista per andare a prendere il tè con un’amica: sembrava “la regina madre”… – Appena esce e va sulla sinistra si trova già nell’antica Marzamemi-, aveva detto, ed era proprio vero, imboccata la stradina notò subito, una dietro l’altra, come dei soldatini messi in fila, minuscole casette, tutte uguali, eppure, ognuna diversa dall’altra. Gli ingressi, ma soprattutto i muri bianchi di quelle “abitazioni”, corrosi dal vento, dal tempo e dalla salsedine, raccontavano, quasi urlando, le loro innumerevoli storie, fatte, sicuramente, di fame, di pianti, di attese, di chiacchiere della povera gente che ci aveva abitato. Marisa, esattamente come avevano detto le sue amiche, rimase, ancora una volta, ipnotizzata da quelle visioni! Arrivata in piazza, dove vi si trovava anche una chiesetta della stessa epoca, si sentì proiettata in una cornice naturale senza eguali, in uno scenario magico, dove le sembrò di percepire l’odore forte della storia, il caldo torrido dell’estate e le voci briose e suadenti di migliaia di gente venuta da chissà dove. Ora, in inverno, si sentivano solo il vento di ponente ed il grido imperioso del mare. Rimase lì a girovagare, come in trance, per diverso tempo, ammaliata dalle ombre delle persone che frettolose si muovevano per quelle strade che, anche se illuminate, rimanevano in penombra. Poi, accovacciatasi su un gradino, stringendosi di più nella sua sciarpa, cominciò a sciogliersi in un pianto liberatorio. Le scoppiava la testa per la disperazione, odiava e amava quell’uomo che aveva occupato la mente e ogni millimetro del suo corpo; aveva provato a staccarselo di dosso, c’era riuscita per parecchio tempo, ma una parte di sé, proprio quella che era rimasta attaccata a lui, era morta! Fu per questo che decise di rivederlo.
Quella notte dormì male, il rumore del vento, della pioggia che batteva sulle imposte, e delle onde che si infrangevano con violenza sugli scogli la svegliarono di continuo. E poi non faceva altro che pensare ad una giornata meravigliosa che, insieme, avevano trascorso sulla spiaggia antistante l’isola Bella di Taormina. Il luogo aveva un’atmosfera da favola, e non solo perché era lì con Paolo! Certo, godere di una località con la persona amata è un’altra cosa, ma quel posto incantava comunque! Era un “angolo di paradiso”, quante volte l’aveva sentito dire, e ogni volta Marisa aveva pensato al solito luogo comune di dire, ma entrando in acqua, con Paolo, e girandosi verso la spiaggia, si sentì proiettata come dentro ad un film, solo che la scena non era costruita ma reale! Alla sua sinistra, morbidamente adagiata sull’acqua, cera l’isola Bella con quella lingua di terra che in certi momenti affiora e dopo un po’ viene sommersa dal mare. Di fronte, la spiaggia bianca fatta di ciottoli, e dietro la riva un boschetto di pini marittimi che provocano, grazie ai nidi presenti, un assordante e continuo cinguettio che accompagna per tutto il soggiorno: e sopra i pini, in alto in alto, proprio in una delle grandi curve della strada che si inerpica verso Taormina, una balconata a picco sul mare. E poi la gente, tanta, tantissima, pronta a rubare ogni piccolo incanto di quel luogo per riempirsi il cuore di beltà. Ecco, lì era stata completamente felice, Paolo non smetteva di baciarla, di dirle quanto l’amava, in acqua i baci, misti all’acqua salata, diventavano più “morbidi” e stranamente più dolci! Marisa si sentiva in un sogno. All’alba tornò la quiete, così Marisa si addormentò. Si svegliò tardi, però c’era il sole! Dopo una rapida doccia scese giù e fece un’abbondante colazione al bar davanti l’albergo, poi si diresse veloce verso la piazzetta dove era stata la sera prima.
Rimase abbagliata da tutto quel bianco, di giorno era ancora più bello: il sole fa dovunque lo stesso effetto, caccia via le ombre e stimola il sorriso. Adesso vedeva le casette in modo nitido: certo erano case molto umili, non c’erano segni di “ Barocco “ o quant’altro, ma il fascino che emanavano quelle povere abitazioni non avevano nulla da invidiare a molti altri monumenti storici sparsi sulla Terra. Marisa, dopo aver girovagato, si appollaiò su dei gradini e cominciò a pensare ai suoi problemi, in fondo era arrivata sin là proprio per questo. Il sole era tiepido, nonostante il freddo invernale, e la piacevole sensazione le fece venire davanti agli occhi il volto amato di Paolo.

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