martedì 2 luglio 2019

Santa Tecla: il nostro mare

Da diversi anni ormai quasi tutte le mattine d’estate frequento una delle spiagge di Santa Tecla, una delle frazioni a mare di Acireale. Il luogo è veramente incantevole, ostico all’approdo di stuoie ed asciugamani ma ha acque limpide, pulite e cristalline. I bagnanti, le bagnanti, però, sono in numero maggiore, chiamano questo posto “La Baietta”, perché è una baia! Il luogo rispetto la strada risulta ad un livello molto più basso e una scaletta con ringhiera in ferro, costruita chissà quanti anni fa, facilita la discesa e, ancor di più, la ripidissima salita. Un piccolo paradiso terrestre se non fosse per un piccolo ma, fondamentale, problema: il nome. Gli abitanti di Santa Tecla chiamano il posto in modo al quanto colorito “a cacata”, chi non sa non capisce, sembra una forzatura, ma basta provare a scendere verso quel paradiso che si viene investiti da un odore ripugnante di escrementi. Ebbene si, la gente va lì a defecare e l’olezzo si sente forte quando si arriva e quando si va via. Il tutto accompagnato da fazzolettini sporchi e mosche che vi sostano allegramente. Certo, ogni tanto avere un bisogno impellente lontano da un bagno può capitare, ma il sospetto è che i protagonisti siano degli abitudinari e che per loro, forse, è un rito! Noi bagnati mattutini, però, ci chiediamo: PERCHE’?

3 commenti:

  1. Se un bisogno è VERAMENTE impellente, si corre a casa, si chiede in un bar, al limite, uno se la fa addosso, pur di non insozzare un posto frequentato da altri esseri umani e non da bestie come quelli che impersonano il nome " a cacata "

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    1. Purtroppo hai ragione. Ho paura che per qualcuno sia un mero atto Goliardico...pessimo!

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