venerdì 12 aprile 2019

La Timpa di Acireale

E’ un orgoglio e un immenso piacere per noi acesi vivere e respirare l’aria e l’atmosfera della Timpa. Essa rappresenta una grande area di paesaggio unico e abbastanza integro e la più grossa fetta si trova posizionata in un esteso declino che arriva fino al mare. Il suo essere dal 1999 “Riserva Naturale” non le ha impedito, visto che è zona orientata, di essere utilizzata sia dal punto di vista agricolo che silvo-pastorale, per attività che non contrastano con la conservazione ambientale e paesaggistica. La riserva si estende lungo la costa da Capomulini (Gazzena) fino a Riposto. A partire dal 1500 il nostro litorale era vittima delle incursioni via mare, attacchi che mettevano in pericolo oltre che gli abitanti, soprattutto donne e bambini che correvano il rischio di essere presi e ridotti in schiavitù, anche le merci e i raccolti dei contadini. Per questo motivo, gli abitanti del luogo costruirono dei torrioni di avvistamento in difesa delle coste e dei centri abitati. Di queste torri o Garritte ancora oggi possiamo ammirarne l’aspetto, le ritroviamo a Santa Tecla, a Santa Maria La Scala dove venne costruito, pure, il bastione del tocco (1626) e ultima la “scala di Aci” (1670) ancora oggi maestosamente presente. Nelle Garritte le guardie segnalavano con fumo di giorno e fuoco di notte le “galee” dei pirati. Purtroppo, queste particolarità del nostro territorio oggi non sono adeguatamente attenzionate e tutelate. Le “chiazzete” sono spesso sporche e invase da erbacce. Che dire poi dell’Eco mostro che per anni si è mostrato in bilico in un piccolo spiano della Timpa? Solo da poco, l'ex sindaco di Acireale, ingegnere Roberto Barbagallo lo ha fatto abbattere.

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