giovedì 11 aprile 2019

Non fidarsi di Dio la Superstizione 2

Tra queste pratiche non sono ricordate però le numerose e varie azioni scaramantiche come i gesti apotropaici, o l’uso di amuleti (sappiamo quanto l’uomo sia debole e come si affezioni anche alle cose!); è invece sottolineato, con forza, l’uso superstizioso dei sacramenti e degli atti di culto: «Per esempio, quando si attribuisce un’importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie. Fare un pellegrinaggio, bere l’acqua di Lourdes o farsi il bagno, farsi il segno della croce… sono segni di forte spiritualità interiore, di una grane fede, fuori da ciò sarebbero solo atti scaramantici o, ancor peggio, magici. Attribuire alla sola materialità delle preghiere o dei segni sacramentali la loro efficacia, prescindendo dalle disposizioni interiori che richiedono, è cadere nella superstizione», si rischia di interpretare come ambigue le richieste di benedizioni o di altri sacramentali che persone semplici, invece, chiedono con grande fede. C’e poi da dire che la superstizione priva l’essere umano della libertà che Dio gli aveva dato, assoggettandolo a condizionamenti di ogni tipo che lo allontanano dalla vera dimensione umana. E’ l’uomo, infatti, che deve guidare il proprio futuro, con senso i responsabilità, sviluppando le proprie abilità e senza la pretesa di conoscere gli eventi futuri per dominarli. Sicuramente, i comportamenti scaramantici sono la manifestazione di una forma di paura di tutto quello che è sconosciuto perché ancora deve venire, e riversano, erroneamente, la fiducia in potenze non scientificamente dimostrate, che si esprimono in comportamenti propiziatori presenti quotidianamente nella nostra società altamente evoluta, e che magari proprio per questo si rifiuta di credere in Dio. Sappiamo tutti che oggi va di moda portare con se amuleti portafortuna: pendagli, metalli, oggettini vari. Vi sono compagnie aeree che eliminano i posti a sedere con il numero tredici o diciassette, o, nei grattacieli d’America, saltano dal dodicesimo al quattordicesimo piano per la convinzione diffusa che questi numeri portino sfortuna. La superstizione, poi, diventa magia quando si trasforma nel tentativo di dominare la realtà per attuare i propri desideri. La chiesa condanna la magia per i rischi a cui va incontro l’individuo ponendosi nel raggio d’azione del diavolo, e privandolo, così, della libertà che Dio gli aveva dato. La superstizione e la magia, quindi, si contrappongono alla fede perché affidando a forze misteriose quelli che sono solo i poteri divini, non fanno altro che negare la sovranità di Dio e ne confondono la sua visione di Padre buono e onnipotente.

Nessun commento:

Posta un commento