martedì 16 aprile 2019

La vita "Liquida" nella società post moderna

Sempre più spesso, nei social, nei salotti in tv o in alcune conferenze, torna ricorrente l’affermazione di “Vita Liquida”. Il fautore di questo termine è stato Zygmunt Bauman, sociologo, nato da genitori ebrei a Poznań, Polonia, nel 1925 e deceduto in Inghilterra il 9 gennaio 2017, all'età di 91 anni. Negli ultimi anni della sua attività le sue pubblicazioni si sono concentrate sul passaggio della società dalla modernità alla post-modernità, e le questioni etiche relative. Con una espressione divenuta proverbiale Bauman ha paragonato il concetto di modernità e postmodernità rispettivamente stato solido e liquido di questa società. La sua teoria parla dell'incertezza che attanaglia la società moderna che, secondo lui, proviene dalla nostra trasformazione da produttori a consumatori. In poche parole, l’individuo si sente estraneo in una società dove è importante “non comprare l'essenziale”, ma “poter comprare per sentirsi parte della modernità”. Secondo Bauman la persona comune, il povero, nella vita liquida, cerca di adattarsi agli schemi comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi come gli altri, cioè non si sente accettato nel ruolo di consumatore. In tal modo, in una società che vive per il consumo, tutto si trasforma in merce, incluso l'essere umano che, sempre più, vive relazioni usa e getta e, spesso, senza punti di riferimento ha, come unico desiderio, apparire a tutti i costi come fosse un valore. Però si tratta di un consumismo che non mira tanto al possesso quanto all'utilizzo temporaneo di oggetti di desiderio in cui appagarsi, trovandoli in breve passati di moda, obsoleti, e passando, quindi, da un consumo all'altro in una sorta di bulimia. Questo porta ad un consumismo ossessivo e ad una paura sociale e individuale che crea legami fragili e mutevoli che ci portano ad una vita incerta e inconsistente. Le situazioni in cui agiscono gli uomini in questa tipologia di società, si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. La vita liquida, come la società liquida, non è, quindi, in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo. Per quanto riguarda ognuno di noi possiamo dire che non dobbiamo essere come l’acqua che prende la forma in base al contenitore in cui è stata messa. Per uscire fuori da questo sistema dobbiamo crearci e mantenere la nostra forma, è difficile e, sicuramente, nell’epoca in cui viviamo, non dà successo però ci fa sentire persone.

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